L'uomo che voleva vedere tutto il mondo
Un breve racconto inspirato ad Heinz Stucke nella speranza che sia di buon auspicio per tutti noi
Prima di lasciarvi al breve racconto che potete ascoltare anche in versione podcast (link appena qui sotto) vi avviso che la classica newsletter dell’altrociclismo tornerà con ogni probabilità la prossima settimana!
Buona lettura, o ascolto.
Non ne posso più!
Basta devo mollare questa vita, questa fabbrica.
Non mi interessa diventare operaio.
Fanculo mio padre, fanculo la vira che lui ha scelto per me.
So che posso farcela. Non mi servono soldi.
Pedalo e sopravvivo.
Oggi è il 4 novembre 1962, ho con me 300 marchi.
Oggi PARTO!
Ha viaggiato attraverso la storia in un mondo completamente diverso dall’attuale, un mondo analogico fatto di distanze e attese.
Si è immerso nella storia facendo la sua parte da viaggiatore.
Mollò tutto e decise di vedere tutto il mondo.
Decise di farlo da solo.
Decise di viaggiare, raccontare, emozionare: da solo.
Indipendente.
Allacciò rapporti con genti del mondo, ma non volle mai tornare a casa. Non lo fece per dare l’ultimo saluto alla madre malata, non lo fece per accontentare l’insistenza del padre, non lo fece tantomeno alla sua morte.
E’ tornato a Hoverlhof, a est di Dortmund, solo dopo 50 anni da quel 4 novembre ‘62.
Ha visitato 196 stati percorrendo un sella alla sua bici 645000 km.
Una bici nera, pesante, senza marce, robusta ma certamente non preformante. Saldata e risaldata, con uno strano doppio manubrio per ospitare l’enorme borsone portato sopra la ruota anteriore.
Ad Heinz non interessavano i dati tecnici. La bici serviva solo come mezzo, economico, per attraversare il mondo.
La stessa bici che lo rendeva visibile, speciale, che gli ha permesso di essere il viaggiatore che è stato, offrendogli ospitalità nei posti più improbabili.
Il suo viaggiare non aveva uno scopo preciso.
Viaggiava per viaggiare.
Nessun appuntamento.
Nessuna prenotazione.
Una macchina fotografica Nikon per le mani.
Scattare una buona foto era motivo valido per esser contenti e continuare con il sorriso.
Ricercava un tesoro.
Nel ‘70 era in Messico.
Lui viaggiatore senza soldi si ritrovò fotografo ufficiale di qui mondiali id calcio. Era li a bordo campo quando Pelé segnò il primo dei quattro gol Brasiliani. Poi pareggio Boninsegna ma fu effimero. Terzo mondiale per Pelé.
Ora vive solo, assieme ai suoi ricordi. Foto, scritti, figli suoi che lo faranno vivere per sempre.
Vive nella memoria. Il suo prossimo futuro è la ricostruzione della storia che ha scritto.
E’ convinto che nella vita manchi sempre qualcosa, ed è quel pezzo mancante che secondo lui ci fa andare avanti.
A quasi 83 anni rivive in ogni istante la sua vita sui pedali. La vita che ha scelto.
Ha scoperto il vero senso della sua vita e ne ha fatto un beneficio anche per gli altri.
Questa era la breve storia del lungo viaggio di Heinz Stucke, liberamente tratta dal film: “The man who wanted to see it all”.
Un piccolo racconto per augurarvi di avere tempo per sognare, per coltivare la vostra passione e avere il tempo e la forza per cambiare.
Buon anno!